Euroregione adriatico-ionica. Le Regioni protagoniste di un progetto di coesione dell’Ue
L’area interessata delle Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, per l’Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovia, Serbia, Montenegro, Albania e Grecia, fanno parte del progetto Euroregione adriatico-ionico, è quasi realtà. Il Comitato delle Regioni, che rappresenta 59 milioni di abitanti e 519.658 kmq, riunito in seduta plenaria a Bruxelles l’11 ottobre scorso, ha approvato in via definitiva all’unanimità il parere Cooperazione nel bacino del Mediterraneo attraverso la Euroregione Adriatica-Ionica, che impegna la Commissione Europea su questa strategia. Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, è stato il relatore del procedimento che mira al riconoscimento istituzionale della Euroregione Adriatica-Ionica da parte dell’Unione Europea entro il 2019.
Le altre Euroregioni sono Arco Atlantico e Mar Nero. Invece, le macroregioni avviate sono: Baltico e Danubio, Mare del Nord, Manica, Arco Alpino (dove c’è il Piemonte ed il presidente è Mercedes Bresso), con macrostrategie, potranno favorire interconnessioni infrastrutturali, sinergie e “Governance” multilivello condivise. Inoltre, la strategia Euroregioni e macroregionale rafforzerà la politica di coesione, rendendo tra loro funzionali grandi spazi europei, aiutando a superare la debolezza dei singoli quadranti come quello attuale rappresentato dal fianco sud est europeo, dove nasce l’iniziativa adriatica ionica. Questa iniziativa è particolarmente importante e significativa perché concilia i territori intorno a questi due mari, riscoprendo valori che da secoli univano le due sponde interrotti soltanto dal lungo periodo di “guerra fredda”.
La Euroregione adriatica ionica oltre ad integrare questi territori promuoverà un’accellerazione nei processi dei Paesi che sono in fase di preadesione ad offrire una spinta alla politica mediterranea, oggi caratterizzata in molti Paesi da diffusi processi di democratizzazione e di burocratizzazione a cui l’Unione Europea guarda con grande attenzione. Donato D’Auria