Ascoli Satriano (Fg) – Il 2020 non é stato un anno del tutto positivo neanche per la stagione dell’olio sui Monti e Colli della Daunia. Dopo un 2018 che aveva fatto segnare dei record negativi di produttività e un 2019 straordinario dal punto di vista di qualità e produttività, nel 2020 le rese sono scese del 40% rispetto alla stagione precedente, nonostante una qualità del prodotto di assoluto livello e sopraffina per alcune aziende. In questo senso, non ci sono state grandi differenze rispetto al resto del territorio pugliese.
L’alta qualità delle produzioni rappresenta una garanzia di successo per le aziende virtuose, anche se le difficoltà di molte di esse, dovute ad un quadro economico non facile, dovrebbe spingere la politica e gli operatori del settore e del territorio a promuovere un cambio di passo definitivo. Molto spesso, infatti, l’olio dei Monti Dauni, non riesce ad ottenere (purtroppo anche nei mercati di qualità) i riconoscimenti che meriterebbe. Colpa di un mercato a tratti speculativo, certo. Ma anche dell’incapacità del territorio e delle aziende di autopromuovere i propri prodotti e di dare vita ad etichette che rendano finalmente giustizia a questa enorme ricchezza dei Colli della Daunia. In un mondo in repentino cambiamento, anche i piccoli operatori devono dare vita alle loro etichette ed essere in grado di vendere il loro olio quantomeno a medio raggio. Per riuscire in questo ambizioso obiettivo, occorrerebbe “fare squadra”, unendo competenze ed esperienze diverse (come la nostra testata afferma da anni riguardo le possibilità di crescita per i Colli della Daunia)
In questo quadro difficile, anche la questione della legalità diventa assolutamente prioritaria. Sono troppi, infatti, i trasformatori improvvisati e i furti di prodotto. Per questo i consumatori devo affidarsi ai loro produttori di fiducia, tutelandoli così da concorrenze sleali. Legalità e programmazione, dunque, sono le chiavi per la crescita dell’olio di qualità dei Colli della Daunia, a partire dalle produzioni di Valle Castagne e di Mezzana della Terra. Donato D’Auria