Ci sono mostre che per il luogo in cui sono allestite, per come sono state concepite, per la ricchezza del materiale esposto, per il soggetto stesso diventano esperienze indimenticabili – Andrea Mantegna. Rivivere l’antico, costruire il moderno – è una di queste. Sino al 4 Maggio Palazzo Madama, nel cuore storico di Torino, ospita insigni capolavori di uno dei protagonisti più importanti del Rinascimento italiano, operante nell’Italia settentrionale del suo tempo e qui proposto in una visione che pur partendo dalle sue opere va oltre, in una prospettiva più completa e complessa che abbraccia interamente la vita dell’artista mettendo il visitatore a contatto diretto con la sua personalità, con il suo grande amore per l’antichità, il suo interesse verso il mondo classico e la sua scultura, facendo affiorare la sua estrema sensibilità di profondo psicologo e cultore della bellezza. Elementi questi che confluirono tutti nei suoi potenti ritratti e nella ricerca del segno, nei suoi colori e nel loro splendore, fatti di luce e di dosati passaggi tonali, fondamentali per comprendere la sua preziosità coloristica. Innovativa l’indagine approfondita, proposta nella mostra torinese, con i suoi rapporti, i committenti, le sue amicizie con i letterati, con gli studiosi, alimentate certamente dalla sua educazione umanistica e con la cultura del suo tempo che lo resero partecipe e valido interlocutore di quel clima intellettuale oltre che pienamente capace di interagire con il panorama culturale dell’epoca. Accanto alle sue opere qui esposte, circa venti, tra dipinti, disegni, opere grafiche e rari scritti autografi, ci si può immergere nell’universo pittorico di quel periodo ricco di bellezza e di artisti di genio e ci si trova a muoversi tra i più famosi capolavori di quei grandi del Rinascimento che si rapportarono a Mantegna ed alla sua vita. Donatello, Giovanni e Jacopo Bellini, Correggio, Paolo Uccello, Cosmè Tura, Antonello da Messina, quest’ultimo di casa a Palazzo Madama per la presenza costante del suo Ritratto d’uomo, ormai familiare ai torinesi, ed altri ancora. Sono state selezionate circa 130 opere provenienti dai più importanti musei del mondo per dar vita a questo incontro con Andrea Mantegna ed il suo tempo, con l’arte nuova che egli andava delineando e le reminiscenze classiche a lui tanto care, punto di inizio di tutta la sua ricerca. La mostra, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, Intesa Sanpaolo e Civita Mostre e Musei, inizia dalla Corte Medievale del Palazzo dove, su tre grandi schermi, una proiezione multimediale immersiva coinvolge e porta il visitatore tra le opere del Mantegna di grandi proporzioni, quelle che per loro natura sono inaccessibili se non ammirate nel luogo in cui l’artista le ha pensate: la cappella Ovetari di Padova, la famosissima Camera degli sposi sino al Cristo morto, uno dei massimi prodigi dello scorcio, dove l’artista è impegnato in una ricerca prospettica estrema e capace di emozionare fortemente. Il percorso, suddiviso in sei sezioni, prosegue al piano nobile sotto le stupende volte affrescate dei saloni sabaudi di Palazzo Madama partendo dai geniali esordi del giovane Mantegna sino al suo ruolo di pittore di corte dei Gonzaga a Mantova che completano la lettura di un artista complesso, della sua storia straordinaria e dei suoi sessant’anni di carriera in cui seppe dar vita ad un’arte nuova partendo dalla ricerca della sua amata arte antica. Completa il percorso espositivo il ricco catalogo, Marsilio Editori, dei curatori della mostra Sandrina Bandera, Howard Burns e Vincenzo Farinella. E’questa un’occasione per Torino per mettere in evidenza e dimostrare la sua naturale propensione, ben consolidata nel tempo, di saper accogliere nei suoi spazi storici ed artistici, eventi e mostre tali da poter essere inseriti tra gli appuntamenti più importanti nei circuiti culturali internazionali. Ed infatti i numeri parlano: circa 25.000 presenze accertate dall’apertura della mostra in meno di un mese, con una media giornaliera di mille visitatori. Patrizia Foresto