Mentre Contador consolida la Maglia Rosa, il mondo scopre Landa
Lugano – Mentre il sole scompare dietro le colline che sovrastano il Lago di Lugano, il giovane cronista e l’anziano autista camminano sul lungolago. Potrebbe essere l’inizio di un romanzo di Garcia Marquez, invece è semplicemente l’inizio della mia cronaca di questa spettacolare novantottesima edizione del Giro d’Italia. Oggi, giornata di sconfinamento in Svizzera, il velocista nostrano Sacha Modolo ha bissato il successo di Jesolo, finalizzando un lavoro splendido della sua Lampre-Merida. Le sentenze in tema di classifica generale sono, tuttavia, arrivate nelle giornate di domenica e martedì, che vedevano gli arrivi in salita di Madonna di Campiglio e Aprica, e sono state sostanzialmente due: la prima è che Alberto Contador è sempre più padrone del Giro, mentre la seconda è che Fabio Aru non è più il capitano della Astana. Commentare la prima non è molto difficile, dato che “El Pistolero” risponde ogni giorno agli attacchi dei rivali senza difficoltà e guadagna minuti ogni volta che attacca, mentre la seconda sentenza merita di essere commenta con più dovizia di particolari. Il delitto, infatti, si è consumato domenica presso Madonna di Campiglio, alle ore 16.48. A quell’ora, infatti, quando mancavano tre chilometri all’arrivo di una tappa gestita dall’Astana del DS Martinelli (che pilotò al successo campioni come Indurain, Pantani e più recentemente Nibali) per mandare in crisi Contador, senza tra l’altro riuscirci, il settimo della classifica generale, il braccio destro di Aru Mikel Landa, scalatore di sangue basco, scatta per lanciare il capitano, che però si trova in difficoltà. Landa si trova davanti a due strade: andare a braccetto con Contador per vincere la tappa o rallentare per aiutare il capitano. Consigliato alla radio da Martinelli, celebre per la sua meritocrazia, il giovane cresciuto nella “nazionale” basca Euskadi ha scelto la prima, lasciando da solo un Aru che all’arrivo ha limitato i danni per miracolo. Il delitto si è ripetuto due giorni dopo alle ore 15.48, sulla durissima salita del Mortirolo. Proprio a quell’ora, infatti, Fabio Aru ha avuto un problema meccanico sulla discesa e Landa non si è fermato ad aspettarlo, prendendosi per gentile concessione di Contador la seconda vittoria consecutiva e il secondo posto in generale a quattro minuti dallo spagnolo, proprio davanti ad un Aru che a questo punto deve difendere a tutti i costi il terzo posto dagli attacchi di Amador, Trofimov, Hesjedal e Kruijswick.
L’epilogo del Giro non è, in ogni caso, ancora scritto. Mancano ancora tre tappe molto dure, tra cui non si possono non citare gli arrivi in salita di Cervinia (preceduto dalle durissime salite di Saint Barthelemy e Saint Pantaleon) e Sestriere (preceduto dal Colle delle Finestre) il giorno prima della passerella finale di Milano. Insomma, se da un lato Contador deve ancora chiudere i conti, dall’altro io e Gigione Magnani dobbiamo sperare che la sua vetusta Ka riesca ancora a macinare i chilometri rimanenti. Luigi M. D’Auria