“Il Molise che vorrei” va in scena nella Piana dei Mulini
Colle d’Anchise (Cb) – É il 22 agosto 2015 e siamo in Molise, ma c’é una nebbia che ricorda Londra e la Pianura Padana nelle mattinate di novembre. La statale Bifernina solca la valle del fiume omonimo, tra borghi che sembrano sospesi nel tempo e pale eoliche monumentali che ricordano dei grattacieli, la macchina dell’uomo di sport Armando Spina (che ringrazio, insieme alla moglie Antonietta, per la segnalazione del luogo) mi guida in un luogo che si rivelerà veramente splendido. 1700 metri prima dell’uscita campeggia una scritta che ricorda la presenza del “Parco Fluviale del Biferno” e di un ristorante con lo spazio per celebrare dei matrimoni civili all’americana. Penso di trovarmi di fronte al classico luogo dove il principe della cucina é il marketing e non il piacere di mangiare bene, ma mi sbaglio di grosso e lo capisco appena incontro Michelino Lucarelli, titolare dell’azienda “Piana dei Mulini”. Sguardo sicuro, mentre parliamo spesso si ferma, quasi per far capire l’importanza di quello che mi sta dicendo, visto che non parliamo di cose banali. La sua storia sembra degna di un film di Tornatore. Genitori molisani, Michelino é nato a Castellamare di Stabia e ha vissuto Campobasso per seguire il padre ferroviere e, poi, con un diploma di geometra in tasca, ha girato l’Italia lavorando nel mondo dei contributi comunitari. Infine, nel 1998, si imbatte in un antico mulino di fine ‘700 sito nel comune di Colle d’Anchise (per lui luogo delle origini) totalmente in rovina. Pensa di sfruttarlo per farne una centrale idroelettrica ma poi si innamora della natura di questo luogo magico, fatto di prati, boschetti da cui é possibile sentire solo il rumore del fiume Biferno e dei canali che conducono all’antico mulino. Così, grazie ad un progetto ambizioso e ad una società che coinvolge contadini del luogo, soci in affari e il comune di Colle d’Anchise, questo sognatore riesce a trasformare una tenuta di 10 ettari totalmente abbandonato in una dimora di charme con 12 camere ed una cucina di alto livello riconosciuta, anche, dal Touring Club. Fin qui abbiamo raccontato una delle tante storie di successo di questo Paese, ma ciò che rende questo luogo straordinario é la seconda parte del nostro incontro. Michele, infatti, é uno dei pochissimi imprenditori che, anziché denigrare i vicini, lancia appelli per fare squadra e rendere il Molise una metà ambita per i turisti che, senza deturpare il paesaggio, vogliono soggiornare in luoghi d’Italia quasi incontaminati. Per esempio, in pochi sanno che in Molise si trovano ottimi tartufi perché non esiste una disciplinare che riconosce questo ottimo prodotto. Per quanto riguarda i formaggi, invece, é quasi sconosciuta la produzione di formaggi caprini nella Valle del Biferno, praticata già i tempi antichi e ora abbandonata dagli stessi casari locali. Impegnandosi in prima persona, Michele ha stretto un accordo con un pastore che possiede centocinquanta capre, con cui produce il sublime “Stagionato di capra dell’Alta Valle del Biferno”, recentemente presentato all’EXPO e alla ricerca di un riconoscimento che lo potrebbe nobilitare agli occhi del grande pubblico. Così, mentre i nostri politici e grandi imprenditori, anche molisani, twittano parlando di rinascita, esistono persone che hanno il coraggio di scommettere sullo sport all’aria aperta (nella Piana dei Mulini si può correre, andare in canoa, giocare a calcio e presto anche a footgolf), sull’agroalimentare di qualità, su giovani che hanno voglia di lavorare e su territori considerati “minori” dagli stessi noti che dovrebbero proporli: uno di questi é sicuramente Michelino Lucarelli. Luigi M. D’Auria
Il nostro Capo-Redattore e Michele Lucarelli nel Parco Fluviale del Biferno
(Foto:Sebastiano Spina)