Milano – Mercoledì 13 novembre, in una conferenza a Milano, Stefano Mei ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla Presidenza della Fidal per il quadriennio Olimpico 2020-2024. Per l’ex mezzofondista azzurro, vincitore degli Europei di Stoccarda 1986 nei 10.000 metri, si tratta di un ritorno nell’agone della politica sportiva dopo l’esperienza del 2016, quando presentò la propria candidatura contro Alfio Giomi, ottenendo quasi il 40% dei voti all’assemblea elettiva. Sostenuto dal gruppo “Orgoglio del Riscatto” (che include imprenditori e dirigenti di società, alcuni dei quali coinvolti nel sostenere e guidare atleti della nazionale maggiore) Mei ha presentato la propria candidatura un anno prima dell’assemblea elettiva, una rarità nel mondo della politica sportiva, ma anche una dichiarazione di intenti agli altri concorrenti e a tutto il mondo sportivo.
Nei locali di Confcommercio a Milano, Mei ha presentato un piano ambizioso per provare a rilanciare una disciplina che a livello di movimento nazionale non sta vivendo uno dei suoi momenti più facili, nonostante la presenza di diverse eccellenze tecniche e dirigenziali presenti a Roma e nel resto della penisola. Dopo una gestione che ha creduto molto sulla creazione di un gruppo di atleti d’élite in grado di portare in dote medaglie a tutti i livelli, Mei ha presentato un programma che mira, senza sconfessare questa politica, a sostenere i talenti mediante la creazione di un gruppo di dirigenti di società qualificati sui territori, mettendo gli atleti nelle migliori condizioni possibili.
Di fronte alle domande sulle risorse, non sono mancate le affermazioni incisive, in particolare quando si é parlato del milione di euro che viene speso in consulenze, a fronte di uno staff federale che conta circa 120 dipendenti, una risorsa che, secondo Mei, non é stata adeguatamente sfruttata in passato. Interessanti, inoltre, le proposte per ravvivare il mondo delle società, con la proposta di creare classifiche basate su una combinazione di risultati e numero di iscritti, aumentando allo stesso tempo gli standard di risultati dei gruppi sportivi militari. Finalmente, inoltre, si é parlato di un progetto nuovo per il mondo dei giudici di gara e per quello dell’impiantistica, con la necessità, per la federazione, di realizzare migliori sinergie con le strutture universitarie.
La campagna elettorale di Stefano Mei, dunque, é partita sotto ottimi auspici, con il sostegno di molte figure del mondo dell’atletica, tra cui anche diversi campioni del passato, come Francesco Panetta e Fiona May. Sarà interessante vedere come il mondo dell’atletica valuterà queste proposte e le confronterà con quelle degli altri candidati (anche se nessuno, oltre a Mei, é ancora uscito allo scoperto direttamente). Una candidatura strutturata come questa, tuttavia, rappresenta quantomeno una boccata d’aria fresca per una federazione che ha bisogno di riforme radicali, in grado di far crescere nuovi talenti e dirigenti di livello, senza disperdere e mettere in competizione fra loro le eccellenze già presenti. Donato D’Auria